Wednesday 10 December 2014

Eredivisie, questione di Pelle


Persino la storia s'era scomodata: mai in quarant'anni di calcio totale Ajax e Barcellona s'erano incontrate nelle coppe. E' successo quest'anno, dove al camp Nou s' visto - si fa per dire - uno degli Ajax più dimessi di sempre.

Eppure in Eredivisie è lì, un punto sotto le prime: Twente e PSV, che nello scontro diretto ha umiliato la squadra di Frank De Boer; 4-0 ai campioni, irriconosibili e non solo per la cessione del gioiellino Eriksen: 2 gol in 5 gare prima della sua cessione al Tottenham come erede di Bale.

E' riemerso, dopo la peggiore poartenza nella storia del club, anche il Feyenoord di Graziano Pellé, idolo dei ragazzini di Rotterdam e con 10 gol top scorer del torneo assieme a Finnbogason, l'islandese che all'Heerenveen sta mettendo in pratica i consigli di van Basten. Uno che se ne intende.
CHRISTIAN GIORDANO

Wednesday 19 November 2014

Giampaolo, Mister No

Quando dice no, è no. Indietro non si torna. Costi quel che costi. & nbsp;Foss'anche 700 mila euro l'anno. & nbsp;Perché «l'orgoglio e la dignità non hanno prezzo». & nbsp;Lo scrisse via-fax lui stesso al suo legale Piero Olla ai tempi del Cagliari. & nbsp;Era il 19 dicembre 2007. Il presidente Massimo Cellino aveva licenziato Nedo Sonetti e aveva richiamato Marco Giampaolo.

Come l'anno prima, dopo l'allontanamento di Franco Colomba. & nbsp;Giampaolo, però, la seconda volta disse no. Cellino aveva deciso il primo esonero di Giampaolo il 17 dicembre 2006, all'indomani della sconfitta con l'Udinese. E lo aveva definito "una decisione più politica che tecnica". Tempo due mesi, e Cellino lo richiamò: Giampaolo tornò, e conquistò la salvezza a una giornata dalla fine del campionato.

Al Brescia, ha detto stop il giorno dopo la sconfitta in casa, 1-2 sabato col Crotone. & nbsp;Domenica mattina non ha diretto l'allenamento, e da allora è irreperibile. Cellulare staccato, e che Gino Corioni si rassegni: dimissioni irrevocabili. & nbsp;Al Rigamonti i tifosi prima hanno invocato il suo predecessore, Alessandro Calori. & nbsp;E poi hanno preteso e ottenuto un confronto con Giampaolo. & nbsp;Conoscendolo, il modo migliore per dirsi addio. Costi quel che costi. & nbsp;Nel Paese delle poltrone a vita, la regola che conferma l'eccezione.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

Sunday 16 November 2014

Januzaj, e nata una stellina

Cinque febbraio 1995: a Bruxelles nasceva Adnan Januzaj.

Cinque ottobre 2013: allo Stadium of Light di Sunderland, è nata una stella. A 18 anni, all'esordio da titolare dopo due subentri da 70 minuti totali in Premier, doppietta in sei minuti.

Sei minuti che ricorderà per sempre. Tra il 55esimo e il 61esimo il ragazzino ha salvato la squadra di David Moyes dalla quarta sconfitta in sette giornate di campionato. E riscritto i libri di storia del club. Prima di lui solo Ruud van Nistelrooy aveva segnato una doppietta alla prima da titolare in Premier in maglia United.

Figlio di kossovari-albanesi, a 10 anni è entrato nell'Anderlecht ma ha già rifiutato la generazione di baby-fenomeni del Belgio Under 18 e 19 ai tempi del Ct Marc Van Geersom: in futuro giocherà con l'Albania, oggi di Gianni de Biasi. Arrivato allo United a 16 anni, lo vorrebbe anche l'Inghilterra, che ha già sondato e ringraziato il club per la disponibilità.

Quasi sfumato il sogno mondiale di Brasile 2014, il Ct italiano sta trattando il rinnovo per inseguire quello europeo di Francia 2016. E in caso di accordo, andrà a Manchester non per convincerlo, ma per conoscerlo di persona e metterlo al centro di un intero movimento in grande espansione. Per adesso lo segue in tv dall'Albania, la terra dei genitori di una stella nata in sei minuti. Il dono d'addio di Sir Alex che lo prese un anno e mezzo fa, al club della sua vita.

CHRISTIAN GIORDANO

Monday 10 November 2014

Ibra forza 4

Ci sono serate che nell'aria emanano il profumo della Storia. Serate in cui il gigante torna bambino, e in lui cresce la voglia - insopprimibile - di riscriverla. Una, due, tre, quattro volte. Che sia una notte di novembre, come quella di un anno fa: 4-2 all'Inghilterra. O un normale mercoledì di Champions, 5-0 del suo PSG a Bruxelles su un Anderlecht impresentabile a questi livelli.

È in serate così che ti rendi conto di che giocatore, Zlatan Ibrahimovic, è diventato. Ibra gioca per vincere, ma gioca - ancora - perché adora giocare. Come il piccolo Hajrudin Kamenjaš, un ragazzino bosniaco malato di leucemia che lo ha commosso in un video dell'associazione tedesca Light For Tomorrow. Ibra gli ha donato quella originale della sua doppietta al Benfica.

Dicono che in Champions non incida: 37 gol in 98 match. In questa, sei in tre gare: due a partita. In un anno senza Europei e Mondiali, e con Lionel Messi mai così spesso fermo: numeri da Pallone d'oro. Se non fosse l'anno magico di Franck Ribéry, stella fra le stelle ne Das Triple e cavalcato da L'Équipe, solo Cristiano Ronaldo può toglierglielo. Sempre che, nello spareggio che ne lascerà fuori uno dal Mondiale, il gigante torni bambino. E senta in certe serate il profumo della Storia.

CHRISTIAN GIORDANO

Saturday 25 October 2014

Di Vaio e Nesta, l America dei 76

Sarà l'anno, il '76 della Mayflower e dei Padri Pellegrini, ma era scritto che ci fosse l'America, nel destino di quei due ragazzini, amici per sempre, e compagni di stanza alla Lazio. Uno con l'argentino Chamot come idolo, l'altro che studiava da Signori. Tutti e due con un comune maestro, Zeman.Dopo i troppi mesi passati a Miami a curarsi la schiena, Alessandro Nesta ci sta ancora pensando: non andrà alla Juve e forse non resterà al Milan. E allora perché non chiudere a New York, come terzo top player ai Red Bull di Thierry Henry e Rafa Marquez? Marco Di Vaio, che alla Lazio con Nesta (a sinistra nella foto, con in mezzo Mimmo Caso) è cresciuto e diviso la stanza nei ritiri, invece ha deciso: giocherà un anno e mezzo in Canada, ai Montreal Impact, con Matteo Ferrari e Bernanrdo Corradi. Anche se difficilmente con lo stesso... impatto che ha dato, e ricevuto, al Bologna. Quattro anni indimenticabili, per il capitano: 65 gol in campionato, quattro salvezze sofferte più che sul campo per i problemi societari.Di Vaio tornerà a Bologna, che è diventata "casa sua". E lo farà da dirigente se Guaraldi resterà presidente. Intanto, potrà forse godersi il suo personalissimo derby nella MLS con Nesta. Come Sandro faceva nelle giovanili con Totti.Un altro '76, che l'America invece se l'è portata a casa, alla Roma. La seconda pelle che col Catania indosserà per la 500esima volta in Serie A. Almeno per lui, l'America può aspettare. Per la festa della classe '76.PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

Friday 10 October 2014

Leo vs CR7, aria di Clasico

Ma quale Neymar, altro che Bale. Nell'Europa che più conta ci sono loro, sempre e solo loro: Leo e Cristiano, Messi e Ronaldo. In rigoroso ordine di gol: 62 in 80 presenze alla decima stagione di Champions per l'argentino; 54 in 97 in due stagioni in più per il portoghese.
E proprio in Portogallo, al Da Luz di Lisbona, si giocherà la prossima finale. L'obiettivo più grande prima del mondiale brasiliano. E dichiarato a suon di triplette. CR7 chiama, la Pulce risponde. Il Galatasaray che l'anno scorso sfiorò l'impresa nei quarti contro il Real Morurinho, è stato spazzato via: 6-1 a domicilio. Altro ché "Benvenuti all'inferno": il diavolo veste blanco. E ha appena firmato fino al 2018 a 18 milioni l'anno. Giusto per far capire, a Bale e compagni, chi è che comanda al Bernabéu.
Nell'altra metà del cielo, di Spagna e d'Europa, il capo non è mai stato neanche in discussione. A partire dalla scelta dell'allnatore: l'idolo rosarino di papà. Uno, però, che sa di calcio almeno quanto il contraltare don Carlos Ancelotti. Ma quali due palloni per Messi e Neymar, altroché fine del tiki taka. El Tata Martino, parola di Piqué, ha solo dato una lucidata a una perfetta macchina da calcio che s'era solo impolverata.
E allora se nel raddoppio Messi non la passa neanche con due compagni liberi a centro area. Ecco che Neymar la alza per la testa proprio del señor Shakira. E se Victor Valdés oltre a soffiargli la nazionale si mette pure a imitare Casillas, allora vuol proprio dire che su Lisbona tirà già aria di Clásico.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

Saturday 26 July 2014

Lisbon In Pictures: the Alvalade

Slightly later than advertised, but as the midwife said to the happy couple, better late than never, eh? Regular readers may remember that a couple of weekends ago I was lucky enough to spend five days in Lisbon, during which time I attended the Benfica-Marítimo match, and sloped around the city's two other most notable stadiums, the José Alvalade and Restelo. Obviously neither Sporting or Belenenses were playing in them at the time, so it's outside shots only. Apologies if this means your attention wanders somewhat, we'll get to Benfica-Marítimo eventually.


The view from Campo Grande Metro station: the Estádio José Alvalade. And some buses

Alvalaxia, the ill-fated shopping and entertainment complex built into the bowels of the stadium. Morgue-like would be a charitable description

No damn tickets either


Plenty of Super Bock banners though


Entrances for the claques

Entrances for everyone else

The thing I liked most about the Alvalade was the complete absence of any security. We walked around pretty much the entire complex, taking photos, peering through gates, and generally looking nosey, and were entirely unchallenged. It was quite surreal.

Yes, there is a Lidl inside Alvalaxia